India, sto arrivando!
- Enidan
- Oct 3, 2019
- 3 min read
Updated: Oct 4, 2019
02.10.2019 - Giorno #1: Delhi - Lo shock culturale

Dopo un viaggio di oltre 13 ore, privo di sonno e durante il quale non ho mangiato altro che panini, arrivo nella capitale indiana: Delhi.
Sono le 6.20, come da programma e mi trascino al controllo visti. Qui un ufficiale sorridente mi prende le impronte digitali e mi lascia passare attraverso una porticina che rappresenta simbolicamente il mio ingresso ufficiale in India.
Recupero il mio bagaglio, prelevo 6700 rupie (85 euro: il cambio è 1 euro=0,013 rupie) e vado a fare una SIM indiana. Ed è qui al centro Aritel dell'aeroporto che mi fregano per la prima volta. La promozione costa 900 rupie, mi viene data la SIM e pago. Tutti mi mettono fretta per la coda, recupero il resto al volo e mi sposto di lato per sistemare i bagagli. Controllo il resto e: solo 700 rupie invece di 1100. Ecco che si sono intascati 400 rupie. Iniziamo bene.
Uscita dall'aeroporto mi trovo nel traffico indiano: taxi, pullman, e soprattutto CLACSON. Incredibile quanto agli indiani piaccia suonarlo (ancora più che ai birmani!). Vado verso la metropolitana dove compro un biglietto, o meglio un gettone, per 120 rupie. Devo dire che la metropolitana è al pari di quella di Milano: pulita e ben tenuta. Scendo a Delhi, dove incontro Isabelle, una ragazza rumena che ho conosciuto su Workaway e con la quale ho deciso di viaggiare fino a Rishikesh, e insieme andiamo alla stazione degli autobus (ISBT), dove trovo un bus in partenza per Rishikesh. Pago 515 rupie e salgo a bordo. Il bus è molto basico ma va bene, ci sono dei piccoli ventilatori per ogni postazione.
Partiamo, tutto bene a parte che gli indiani guidano come dei pazzi. Dopo circa un'ora infatti l'autobus tampona una macchina. Ci dobbiamo fermare e il proprietario della macchina chiede all'autista 30.000 rupie, ossia 385 euro (una fortuna, in India). Ovviamente l'autista si rifiuta, allora fa scendere tutti noi passeggeri e va alla polizia con il proprietario dell'auto per risolvere la faccenda. Ci ritroviamo a bordo strada, abbandonati nelle mani di un altro autista, che cerca di fermare gli autobus per Rishikesh che vede passare. Ci smista tra vari mezzi e dopo DUE ore riesco a salire anche io su un autobus. Il viaggio è lungo: altre 5 ore schiacciata come una sardina, sommersa dai bagagli e dalla musica indiana, percorrendo strade strette e a buchi, dove ogni 2 secondi suona un clacson e ogni dieci metri rischio di morire perché l'autista supera le macchine anche se ce ne sono altre in arrivo dal lato opposta della strada, spesso perché stanno andando CONTROMANO.
A un certo punto sentiamo un botto: una ruota è partita. L'autista scende ma torna subito sul bus dicendo che non può farci niente. Riprendiamo il viaggio, e alle 18.00 arriviamo finalmente alla stazione degli autobus di Rishikesh.
Saluto Isabelle, che ha prenotato un altro ostello. Come scendo vengo assalita da autisti di taxi e tuktuk (una specie di furgoncino indiano che funziona come un taxi). Il mio ostello è a soli 15 minuti a piedi, quindi decido di avviarmi da sola. Passo per vie trafficate dove sopravvivo per miracolo, per arrivare al quartiere del mio ostello: vengo fermata da bambini che chiedono l'elemosina, una situazione davvero triste che mi mette il magone. Molti autisti mi offrono insistentemente un passaggio che non mi serve.
Alla reception dello Spot ON Hostel pago subito la notte e mi accompagnano alla mia stanza, una singola con bagno privato, piccola ma a posto. Metto subito la zanzariera (indispensabile in India) sul letto, faccio finalmente una bella doccia ed esco alla ricerca di un ristorante. Purtroppo, sono in un quartiere molto povero, dove ci sono solo bancarelle che vendono cibo fritto e quindi decido, per non rischiare di stare male, di comprare due banane e un sacchetto sigillato di arachidi, oltre a una bottiglia, sempre sigillata, di acqua. Tornata in ostello "ceno" e mi metto a leggere.
Si fanno le 21 e mi accorgo che sotto il mio ostello stanno ancora lavorando: trapani, martelli, picconi... Stanno costruendo qualcosa, e continuano senza mai fermarsi. Anche quando vado a dormire alle 22.30 stanno ancora lavorando e sempre i lavori sotto l'ostello mi svegliano all'una, alle tre e alle cinque... Insomma, quando smettono?
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