L'ultima settimana ad Arohan Yoga!
- Enidan
- Nov 2, 2019
- 2 min read
25.10.2019 - 30.10.2019 - Giorni 22-27
I giorni passano sempre più velocemente man mano che la fine del corso si avvicina. Ci sono sempre nuove asana (posizioni) da imparare e un sacco di filosofia interessantissima che cerchiamo di capire e discutere con Saajan, il nostro fantastico prof! Con le altre ragazze del corso si è creato un bel rapporto e spesso capita di fare due passi al fiume (e qualche bagno) o di studiare insieme. Ho inventato un "gioco" per memorizzare i nomi in sanscrito delle asana: si gioca in minimo tre, una delle ragazza legge dal libro il nome delle asana e le altre devono eseguire quelle corrispondenti. La prima a eseguirla correttamente vince.
Giochi a parte, le asana diventano sempre più complicate, specialmente in Ashtanga yoga, ma riesco a fronteggiare le difficoltà e a dare il massimo. Abbiamo anche un piccola lezione di Acro Yoga, divertente ma decisamente non fa per me!



Nel frattempo, cerco di imparare a suonare il bansuri, il flauto indiano, uno strumento molto semplice, in legno, simile a un flauto traverso molto rudimentale. Non è affatto facile, ma mi diverto. Un problema dell'India sono i cani randagi. Ce ne sono ovunque e molti sono denutriti o malati. Qui vicino alla scuola alcuni sono davvero malmessi, ma ce n'è uno in particolare che cattura la mi attenzione (e il mio cuore). Un cane nero dal muso dolcissimo e così magro che gli si vedono tutte le costole. La prima volta che lo avevo visto la scuola era appena iniziata, adesso che sta per finire lo rivedo girare per le strade tutto solo e triste. Al nostro primo incontro gli avevo dato dei biscotti, questa volta voglio offrirgli del cibo migliore. Allora lo attiro verso la scuola e lui affamato mi segue. Corro dentro a prendere gli avanzi di riso della cena e glieli porto. Su quattro porzioni ne riesce a mangiare solo due (il suo stomaco è davvero piccolo!). Mi segue e vuole venire con me nella scuola. Adesso lo vorrei adottare! Purtroppo, viaggiando così non riuscirei a tenerlo, quindi scrivo al proprietario della scuola sperando che lui possa adottarlo a almeno aiutarlo in qualche modo. Incrocio le dita!

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